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LASCIARSI SORPRENDERE

Dedicato a chiunque sia aperto/a alla vita. La frase magica è: "Lasciarsi sorprendere." Niente è come l'avevi immaginato. Ci vorrà ben altro, ci vorrà un'immaginazione di livello più alto, molto più alto per cogliere l'occasione che la vita ti offre, qualunque occasione. Un'immaginazione che non controlla, ma s'inginocchia davanti al manifestarsi dell'inaspettato/a. Le cose più importanti ti capiteranno per caso, quando meno te l'aspetti, quando non ti eri preparato/a, dove non le cercavi. Le cose più importanti non sarai tu a deciderle, accadranno e basta. E se non sarà così, vorrà dire che non sono veramente importanti, ovvero non ti cambieranno dentro. Dovrai imparare a lasciarti sorprendere, e ci vorrà tutta la vita. La smetterai di cercare quello che credi già di conoscere. E quello che conosci ti apparirà, d'un tratto, del tutto nuovo e indomabile. La persona che ti sconvolgerà la vita sarà ben diversa da quello che avevi pensato, anche s...

BISOGNO E DESIDERIO

Contributo ad un'educazione sentimentale. Ho bisogno di te per non morire, ho desiderio di te per lanciarmi oltre la morte. Ho bisogno di te per costruire la casa-tempio, l'accampamento nel deserto. Ho desiderio di te per restare aperto/a al vento dell'essere, al mare dell'essere, fino a farmi portare via come granello di sabbia, come goccia lucente, piccolo orgoglio dell'onda. Il soddisfacimento del bisogno crea le mie radici e i miei confini, il desiderio scompiglia i confini e capovolge le radici. Quanto ho bisogno del desiderio, quanto desidero il bisogno? L'arte di vivere consta anche di un esercizio infinito di dosaggio quotidiano del bisogno e del desiderio. Mi ripeto le due parole separatamente, le lascio risuonare nell'oracolo del corpo, e ascolto le sfumature sensorie-emotive che si dispiegano, con il loro correlato di scenari intessuti dai ricordi e dalle fantasie. Il bisogno è un'esperienza della vita che combatte ed esorcizza la morte. Il de...

CORPO-SIMBOLO-MISTERO

I miei studi filosofici sono andati in parallelo con la mia partecipazione al movimento delle donne, a tutto questo si è aggiunta, dopo la laurea, la formazione in Analisi Bioenergetica. La mia giovinezza si è abbeverata a queste fonti, mi considero fortunata per questo. Al giro di boa dei trent'anni, èbalzato in primo piano il rapporto con i simboli, con il linguaggio simbolico e il suo impatto sull'immaginazione come motore diorganizzazione psico-corporea. Il "corpo emozionale" mi si è rivelato"corpo simbolico". Ho cominciato a respirare dentro un "grande senso" che aveva a che fare col "mistero" come dialogo degli opposti. "Corpo","simbolo", "mistero" sono così diventati per me concetti profondamente connessi. In particolare, mi è apparso chiaro come il linguaggio simbolico sia l'unico modo di dire l'indicibile, di comunicare il rapporto tra gli opposti, quindi, il mistero, senza stravolgerlo, senz...

MASCHILE/FEMMINILE: USCIRE DALL'OPPOSIZIONE ED ENTRARE NEL COCKTAIL

Se riuscissimo a pensare la ricchezza e la complessità della polarità "maschile/femminile". Se riuscissimo a liberarci dalla tendenza riduttivista imperante in occidente. Se riuscissimo a risalire dalla letteralità alla dimensione simbolica, la più ampia possibile. Se riuscissimo a pensare che siamo tutti/e un insieme di maschile e di femminile, che si esprime attraverso un corpo definito secondo un sesso, come cocktails serviti in calici e in flute, considerando che questo è ciò che rende l'insieme affascinante ed estremamente vario! Se la smettessimo di confondere "il maschile" con gli uomini e "il femminile" con le donne. Se un uomo potesse dire "Ho paura!" senza essere considerato un bambino. Se una donna potesse sentirsi indipendente senza scimmiottare gli uomini. Se, oltre gli stereotipi, per chi lo desidera, ci fosse spazio per vivere tutta l'affascinante complessità interiore dell'identità sessuata, e quella esterna dell'i...

IL VOLTO CANGIANTE DELLA SOLITUDINE

La solitudine come effetto dei tempi e degli spazi alienati del ciclo produzione-consumo La solitudine come carenza di comunicazione e di intimità emotiva. La solitudine come espulsione-ritiro dal gruppo e come sradicamento. La solitudine come ricerca del senso dell'esistenza e incontro con se stessi/e. La solitudine come laboratorio dell'immaginazione e della memoria. La soltitudine come immersione totale nella natura e nell'arte. "Era solo. Era abbandonato, felice, vicino al cuore selvaggio della vita. James Joyce"

SIMPATIA PER L'ANTAGONISTA

Lavorare con l'ambivalenza e l'opposizione. Quello che ci manca è un senso costruttivo per l'esistenza dell'antagonista. Viviamo da troppo tempo immersi/e in un contesto culturale privo della capacità di elaborare il valore del confronto e della competizione come crescita interiore. Questo ha portato alla demonizzazione della competizione, della sua esclusione dal movimento dialettico della vita e, quindi, paradossalmente, alla sua ipertrofizzazione e, come ulteriore conseguenza logica, al suo degrado. Oggi, infatti, tutto è competizione, spesso sleale, e la collaborazione sfocia, a sua volta, nella collusione. Non è colpa di una parte "cattiva" dentro e/o fuori gli individui, si tratta di qualcosa di più complesso che, per essere colto,necessita di uno sguardo panoramico che abbracci la cornice di senso nel suo insieme. Allora, credo, si vedrà che questo fenomeno di esondazione distruttiva della competizione, è prodotto dal pensiero dicotomico statico che car...

L'INCONTRO TERAPEUTICO

Da diversi anni, ormai, già dal primo contatto, il più delle volte "vocale", attraverso il telefono, con le persone che mi chiedono di accompagnarle nel lavoro di armonizzazione interiore, mi chiedo cosa quella persona, proprio quella e non altre, mi sta portando dell'esperienza umana con cui confrontarmi, per prima, io stessa. Già in quel primo incontro, fatto di percezioni orecchio- voce, un "mondo" comincia a dispiegarsi davanti a me. Poi, quando apro la porta per la prima volta, ci appariamo reciprocamente, e sulla soglia del mio studio due "mondi" si percepiscono e cominciano a interagire nella maggiore pienezza possibile. Favorire la pienezza dell'incontro è il senso del mio compito. Da anni, ormai, considero l'"incontro terapeutico" una variazione particolare, connotata storicamente e culturalmente, di quella specifica ed eterna esperienza umana che è l'incontro tra due persone. Mi sento onorata per il fatto che quella part...