IL DIALOGO BIOENERGETICO TRA MENTE E PANCIA. L'ORACOLO CORPOREO E IL SISTEMA NERVOSO ENTERICO.

Ormai da molti anni, ho notato un segnale inequivocabile del cambiamento: quando una persona è arrivata davvero sul punto di non agire più il comportamento disfunzionale su cui stiamo lavorando, quella persona, invitata a pensare di riprodurre ancora quel comportamento, prova un profondo senso di nausea.
A volte, alla nausea si associa anche un conato di vomito.
La pancia ha parlato, ha dato alla coscienza il segnale che il processo di cambiamento sta per compiersi, sta per raggiungere il suo obiettivo.
Finché la pancia non dà questo segnale, la mente può formulare propositi, può proferire affermazioni altisonanti, ma questi propositi e queste affermazioni non potranno che essere seguiti dalla delusione, con inevitabile calo dell'autostima.
Da tempo mi ritrovo ad avvertire le persone anche prima che il segnale si presenti, del suo significato e del fatto che il segnale fa parte del repertorio dell'oracolo corporeo.
L'oracolo corporeo è il nome suggestivo che ho dato al linguaggio corporeo bioenergetico.
L'ho scelto perché mi è sembrato di vedere una somiglianza tra l'atteggiamento divinatorio e quello bioenergetico, nel senso di cercare il senso dell'esistenza umana nella connessione con la natura. E la natura in noi si manifesta attraverso la corporeità.

Dunque, spiego che l'oracolo corporeo parla soprattutto attraverso l'apparato digerente, oltre che attraverso il sistema nervoso autonomo (SNA), ovvero, attraverso le variazioni del battito cardiaco, della sudorazione, della circolazione periferica, della tensione neuromuscolare, ecc.
Durante la seduta, suggerisco due o più volte di porre attenzione all'oracolo corporeo, dopo aver chiuso gli occhi, seduti/e in modo ortostatico, ed enfatizzando la percezione dei punti in appoggio, sia in senso orizzontale che in senso verticale (poggiando la schiena con un sostegno a livello lombare), e respirando in modo completo, nell'addome e nel petto.
A questo punto, invito la persona a sentirsi in braccio alla Madre Terra, e a sentirsi attaccati/e al seno della vita attraverso la respirazione. Questo invito è in armonia con il senso profondo del grounding, così come Lowen ce l'ha passato.
Il grounding rende particolarmente efficace l'ascolto dell'oracolo corporeo, poiché il grounding, radicando e integrando il sistema psicocorporeo, favorisce il dialogo consapevole tra mente e pancia.
Ci sono alcuni spunti di matrice scientifica che ci possono tornare utili per comunicare anche nel linguaggio ufficiale del sapere moderno come e perché funziona il linguaggio corporeo bioenergetico. Si tratta degli studi di Michael Gershon, professore di Anatomia e Biologia cellulare alla Columbia University, da lui raccolti nel libro "The Second Brain" (1998), tradotto in italiano come "Il Secondo Cervello" (UTET, 2006).
Gershon ha definito l'esistenza di un cervello nella pancia, che ha chiamato "Enteric Nervous System" (ENS), ovvero, "Sistema Nervoso Enterico". La definizione appare appropriata in quanto la rete di neuroni che circondano tutto l'apparato digerente producono gli stessi neurotrasmettitori del midollo spinale e del cervello cranico, in particolare, la serotonina, quest'ultima in una quantità molto maggiore.
Dunque,Gershon si muove nello spazio di intersezione tra neurobiologia e fisiologia dell'apparato digerente, dimostrando come tutto intorno al tubo digerente ci sia una specie di cervello in forma di rete, indipendente dal sistema nervoso centrale e in rapporto con esso attraverso il nervo vago, in grado di utilizzare una complessa trama di neurotrasmettitori, di controllare la motilità, la secrezione, l'assorbimento gastrointestinale, di immagazzinare ricordi, stati d'animo e di influire in modo decisivo sull'umore e il benessere psicofisico.
L'autore si sofferma sul "riflesso peristaltico", particolarmente influenzato dalla serotonina, che è stato centrale nella costruzione del modello reichiano, che Lowen ha ereditato.
Inoltre, ci fa notare come al contrario di ciò che avviene per la cosiddetta attività nervosa "volontaria", nell'attività nervosa cosiddetta "involontaria", tipica del SNA, il segnale non si trasmette secondo lo schema "tutto o niente", ma può essere, amplificato, indebolito, ovvero, modulato attraverso processi che accadono nelle sinapsi del SNA, tutto ciò permette un istantaneo adattamento alle circostanze in mutamento. Se non è saggezza questa?! E quanto somiglia alla metis greca, soppiantata dal logos nella modernità occidentale al servizio della cosiddetta "civilizzazione".

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