Architettura corporea e sistema connettivo. Una visione olistica e grounded.


Come si intrecciano postura e movimento grounded con l’attività dell’apparato scheletrico-muscolare e del sistema nervoso? Un interessante sviluppo della fisiologia del movimento ci offre una risposta olistica e organica ponendo l’attenzione sulla fascia connettivale. 
Il sistema composto dalla fascia connettivale viene visto come un sistema a tutti gli effetti, che collegherebbe tra loro tutti gli altri sistemi dell’organismo. Questa visione sembra particolarmente appropriata se si tiene conto della natura fluida del corpo, che è composto al 70% di acqua.
Il modello proposto si avvale delle idee innovative, in campo architettonico e ingegneristico, di Richard Buckminster Fuller (1895-1983). Fuller è famoso per aver progettato la cupola geodetica, in cui ha sfruttato la tensione invece della compressione, inventando così una struttura forte e leggera insieme, grazie anche all’uso di materiali flessibili. Fuller utilizzò il termine di ‘tensostrutturre’ per le sue creazioni, basandosi sul concetto di ‘tensegrità’.
Guardando al nostro corpo come a una tensostruttura, possiamo ritenere che sia la tensione sui tessuti molli a tenerci in posizione eretta e non la forza di compressione delle ossa. Sarebbe, dunque, la lunghezza e la tensione del tessuto connettivo fasciale a fornire una rete elastica che si adatta all’orientamento delle ossa, mentre ci muoviamo, distribuendo le forze gravitazionali su tutto il corpo. Per quanto riportato finora, il sistema connettivo fasciale potrebbe anche essere definito: ‘organo della postura’.
Questo sistema fornirebbe, dunque, una rete di connessione che possiamo affiancare alle reti fornite dal sistema nervoso, dal sistema cardiocircolatorio e dal sistema endocrino. Inoltre, è importante ricordare che, oltre alla funzione di connessione, questi sistemi svolgono anche la funzione di regolazione dell’organismo. Connessione e regolazione vanno insieme nel vivente.
Per questo, da alcuni, viene proposta un’estensione della visione della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) nel senso dell’aggiunta del sistema connettivo, così da coniare il termine di psiconeuroendocrinoconnettivoimmunologia. Il sistema connettivo fasciale costituirebbe, infatti, l’habitat attivo e dinamico in cui si svolge la ‘chimica della vita’. Su questa visione si basano interessanti sviluppi delle pratiche corporee curative manuali e motorie.

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