FILOSOFIA E BIOENERGETICA FILOSOFIA VIVENTE E RAGIONE POETICA IN MARIA ZAMBRANO


Nell’ambito del progetto per lo sviluppo del lato mentale dell’integrazione bioenergetica di corpo e mente, desidero iniziare il nuovo anno con un’introduzione all’opera della filosofa Maria Zambrano (1904-1991). Figlia della terra andalusa dove cristiani, musulmani ed ebrei sono vissuti in armonia, è stata tra le prime donne a frequentare i corsi universitari di filosofia in Spagna. Partecipò al progetto culturale della Repubblica spagnola e, alla fine della guerra civile, prese la via dell’esilio che divenne la sua patria. Visse a lungo anche a Roma. Tornata in Spagna dopo la fine del regime franchista venne insignita del premio Cervantes.
L’opera di Zambrano mi colpisce ancora dopo vent’anni anni dalla mia prima ricezione, perché rappresenta un esempio prezioso di filosofia incarnata, infatti, il suo pensiero vuole arrivare fino alle viscere e ci riesce, snodandosi tra passività, intesa come ricezione nel mondo interiore, e attività, intesa come attività nel mondo esterno, Un pensiero che, da un lato, si lascia ferire e modificare dalla realtà e, dall’altro, proprio attraverso questa aderenza profonda, si fa generatore di uno squilibrio che scombina e ricombina in un altro modo la realtà stessa.
La filosofa andalusa ci offre, dunque, l’esempio di un impegno insieme intellettuale e viscerale, dedito a dar voce alla metà invisibile del nostro essere che non c’è l’ha, quella spesso occultata ed anche umiliata, il sentire e la corporeità, per ricongiungerla alla ragione. La sua passione ha preso la forma di una sfida costante al pensiero oggettivante, in vista di una filosofia vivente, capace di confrontarsi con l’essere umano nella sua interezza. Per Zambrano il logos deve ritrovare la sua matrice viscerale e trarre forza vitale da essa.
La sua posizione filosofica era anche una scelta di vita, uno stile di vedere la vita e di viverla, un modo di stare nel mondo ben piantati nell’esistenza senza tendenze  riduzioniste. La sua parola, per questo, è poetica ed anche spesso ironica. E il corpo è il luogo pulsante in cui è possibile attuare la mediazione attraverso cui riradicarsi nella matrice originaria da cui l’essere umano si è strappato. Per questo il suo modo di pensare e di scrivere è sempre teso a riunire filosofia e poesia.
Ritengo, inoltre, che Zambrano offra un orientamento prezioso anche rispetto allo sviluppo dell’identità femminile in un mondo che continua a tenerla intrappolata nella pseudopolarizzazione tra emancipazione e mercificazione. In quest’ottica, nel 2001, con il laboratorio teatrale bioenergetico, ho organizzato un evento intitolato: “Delirio e destino: un affresco sull’identità femminile. Un omaggio a Maria Zambrano.”
Concludo con una citazione da ‘Verso un sapere dell’anima’ (Cortina, 1996, p.58): “L’esistenza di una cultura dipende interamente da ciò che potremmo chiamare l’incarnazione delle idee.”
Buon 2019!!!

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