IL VOLTO CANGIANTE DELLA SOLITUDINE
La solitudine come effetto dei tempi e degli spazi alienati del ciclo produzione-consumo La solitudine come carenza di comunicazione e di intimità emotiva. La solitudine come espulsione-ritiro dal gruppo e come sradicamento. La solitudine come ricerca del senso dell'esistenza e incontro con se stessi/e. La solitudine come laboratorio dell'immaginazione e della memoria. La soltitudine come immersione totale nella natura e nell'arte. "Era solo. Era abbandonato, felice, vicino al cuore selvaggio della vita. James Joyce"
Commenti
Penso al cinema! Anche il film più poetico, necessita del coinvolgimento della mente e non potrebbe mai "funzionare" se avesse, come unico obbiettivo, quello di comunicare solo emozioni. Ma la stessa musica (che pure non si esprime attraverso le parole) ha una sua logica matematica da rispettare perché non arrivi "stonata" all'orecchio. Figurarsi, poi quanto parte ha la "mente" nella poesia! Quella "mente" che per Montale "indaga, accorda, disunisce" e che per Leopardi è lo strumento senza il quale non potrebbe provare nessuno stupore, nessuna emozione. "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare."