Il principio di polarità e la capacità di negoziazione

Da un'ottica bioenergetica, vi invito a considerare come il principio di polarità possa guidarci ad integrare ragione e passione. Chiamo "passione": uno stato affettivo molto intenso, di qualunque tipo sia. Per "ragione" intendo: la capacità di dare senso all'esperienza e di condividerla attraverso la comunicazione verbale.
La "passione" è ciò che ci spinge a fare esperienza in modo intenso, ovvero, sentendo di stare dentro la vita.
La "ragione" ci aiuta a non restarci intrappolati/e dentro l'esperienza, ovvero, a non sprecare la possibilità di crescere attraverso le esperienze. Essendo, tra l'altro, questo l'unico modo di crescere.

Per spiegarmi meglio, mi viene in mente un'immagine marina. Anche perché la dimensione emotiva viene spesso raffigurata con il mare: il mare delle emozioni. Dunque, la scena che vi propongo è questa: immaginate di alternare momenti in cui siete in mare - nuotando, facendo surf o navigando a vela - a momenti in cui tornate sulla spiaggia o in porto, e guardate il mare riflettendo su quello che avete vissuto mentre nuotavate o navigavate. E, poi, c'è un terzo tempo: immaginate di condividere la vostra esperienza con qualcuno/a che l'esperienza se l'è vissuta in modo molto diverso, anche opposto, senza litigare, ma cercando di formare insieme una visione più ampia.

Se, a questo punto, qualcuno/a di voi sta dicendo che non è difficile farlo, attenzione, i casi sono due:
- o è una persona "passionale" che sta mentendo a se stessa;
- o è una persona "razionale" che, abitualmente, si guarda bene dal buttarsi nel mare dell'emotività, limitandosi a bagnarsi appena i piedi o a navigare a motore.

Andiamo avanti, perchè ora si entra nel vivo, entra in campo la capacità di negoziazione che, però, non potrebbe niente se non si appoggiasse saldamente al principio di polarità. Infatti, ricordiamo che cosa dice il principio di polarità applicato alla condizione umana:
- la condizione umana è governata dal principio di polarità, ovvero, ogni elemento dell'esperienza umana acquista senso in  relazione al suo opposto, perché tra i due poli esiste una relazione, scorre una corrente, ed è questa relazione-corrente - pacifica o conflittuale - che crea l'esperienza stessa e la sostanzia.

Da ciò discende il "valore" del confronto con l'altro/a. Infatti, il desiderio umano più profondo è l'aspirazione all'assoluto, al "tutto". Ma questo desiderio crea in noi una tensione drammatica, in quanto la spinta all'assoluto ci provoca una profonda paura poiché per fare spazio in noi e realizzare l'obiettivo del desiderio, dobbiamo lavorare alla struttura della nostra personalità.

Inoltre, per lavorare sulla struttura della nostra personalità, ci servono le istruzioni per farlo. E questo è un altro punto fondamentale: la ricerca delle istruzioni. Si tratta, infatti, di una "caccia al tesoro". Le istruzioni le dovremo cercare, e non le troveremo tutte insieme, ma sparpagliate, e dovremo anche capire, quando ci sembrerà di averle trovate, se sia proprio così. Spesso, lo capiremo provando ad utilizzarle.

A questo punto, spero che cominci ad essere più chiaro il ruolo di coloro che consideriamo nemici/che, così come il ruolo degli atteggiamenti che non capiamo e/o ci indispongono, ci fanno soffrire, delle persone che ci sono care: rappresentano l'altra faccia della medaglia, la sfida della "caccia al tesoro". Ripeto: non è facile! Ma se riusciamo a rimanere ben grounded nel confrontarci con qualcuno/a che ci suscita "passione" e che sembra avere una posizione opposta alla nostra, possiamo provare a dire:
- "Senti, questa che vorrei condividere con te non è la verità con la "V" maiuscola, è come me la sono vissuta io la cosa. Ti andrebbe di ascoltarmi e, poi, dopo avermi detto che effetto ti fa, raccontarmi come te la sei vissuta tu?"

Quando va bene, quello che succede è prezioso, ve lo posso garantire!

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