La ciclicità tra scienza e arte: come esperienza e come rappresentazione.

Sintesi della conferenza
Roma, 11/02/09, Libreria Gabi

La conferenza si è snodata intorno ad un'indicazione fondamentale: la ciclicità come "filo di Arianna" nel labirinto del mondo attuale, afflitto da frammentazione e accumulazione di dati e stimoli privi di forza significante. La ciclicità è una forma di strutturazione dell'esperienza temporale, basata sul rapporto tra funzioni opposte-complementari, come il modello astronomico del rapporto Luna-Sole sembra suggerire fin dall'antichità.

La forma ciclica definisce un contesto in cui si attuano cambiamenti attraverso fasi, in cui il punto finale costituisce l'inizio di un nuovo percorso che ha lo stesso schema fondamentale, ma non si tratta mai di pura ripetizione perché il contenuto del ciclo in sé - gli stati, gli eventi e le esperienze in mutamento all'interno della durata - non si ripete mai negli stessi termini, anche perché ogni singolo ciclo è in rapporto ad altri cicli, in un'interconnessione che può arrivare a comprendere tutto il cosmo.

La conferenza, in quanto percorso guidato, ha preso le mosse dall'esperienza che della ciclicità tutti/e facciamo continuamente attraverso la respirazione, la posturalità, il movimento, la funzionalità fisiologica, ovvero, vivendo. Con le parole delle "filosofie della vita" - tra i cui esponenti si annoverano Friedrich Nietzsche e Georg Simmel - la ciclicità è stata definita come la vita che scorre in noi, come il nostro "essere vita", in quanto "onda": onda del nostro respiro, onda circolatoria del sangue, onda spiraliforme del movimento del nostro corpo intorno ad un asse immaginario mentre camminiamo, onda delle nostre emozioni nel mare plasmatico in cui le nostre cellule vivono.

Dal punto di vista esistenziale, la ciclicità è stata definita come la possibilità di tornare, trasformandoci, e di andare avanti senza perdere ciò che è fondamentale; in sintesi, è stata proposta come il "rapporto tra gli opposti" di cui è intessuta l'esperienza dell'esistere, oltre che come "ponte" tra l'esperienza e la sua rappresentazione, in un movimento di retroazione continua.

In particolare, si è sottolineato che non è "circolarità", ovvero, una "linearità" che gira su se stessa, piuttosto, è l'insieme della circolarità e della linearità, dunque, secondo il linguaggio simbolico, è l'insieme dello yin e dello yang, del femminile e del maschile; è un movimento circolare che si dipana lungo un asse, che gli si attorciglia intorno, che lo avvolge. E il recupero, prima di tutto esperienziale, di questo modello, esemplificato mirabilmente dal simbolo del Tao - il cerchio composto da due parti distinte al centro da una linea sinuosa - è stato indicato come bussola per l'attuale ricerca di senso in Occidente.

Con quest'impostazione e sulla base dell'interessante libro di Roberto Ciancarelli e Stefano Ruggeri, "Il teatro e le leggi dell'organicità" (D.Audino, 2005), la conferenza ha passato in rassegna una serie di rappresentazioni della ciclicità, a partire dalla ricerca del grande regista russo Sergej M. Ejzenstein, il quale la definì graficamente come "linea serpentina": "Essa esprime graficamente la legge di costruzione dell'intreccio narrativo. Essa realizza il massimo avvicinamento plastico alla raffigurazione di un contenuto psicologico contraddittorio. Si tratta di un'iscrizione grafica di questa regolarità: il trapasso di ogni singola azione e dell'intero corso dell'azione nel proprio contrario."(op.cit., p.41)

Dopo l'esempio ejzensteiniano, la conferenza ha illustrato la "linea del Bello" del filosofo William Hogart ("Analisi del Bello", 1753); la "curva della vita" di Thomas A. Cook, studioso della forma che caratterizza il processo di crescita del vivente e il movimento organico ("The curves of life", 1914); inoltre, a questa forma ricorrente di accrescimento nel mondo vegetale e animale, sulle orme di D'Archy W. Thompson, uno dei maggiori studiosi di morfologia ("Crescita e forma", Boringhieri, 2001), sono state collegate delle rappresentazioni geometriche e matematiche: la spirale logaritmica, la sezione aurea e la sequenza numerica di Fibonacci.

Sulla "sezione aurea" sono stati tratti vari spunti dall'omonimo recente saggio di successo dell'astrofisico Mario Livio(BUR, 2008), da cui riportiamo un brano particolarmente suggestivo: "Il rapporto aureo è uno splendido esempio di quel profondo senso di meraviglia cui Einstein attribuiva tanta importanza. Secondo Einstein quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia dato vivere. E' l'emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza."(op.cit., p.13)

Dal campo geometrico-matematico la conferenza ha sviluppato, poi, un'ulteriore passaggio verso un'ulteriore presenza del "modello ciclico", questa volta nel campo della "cronobiologia", la scienza che studia le fluttuazioni periodiche di funzioni e parametri biologici degli organismi viventi. Queste fluttuazioni periodiche, questi "cicli" sono detti "ritmi biologici" o "ritmi della vita".

In ultimo, la conferenza ha illustrato due "pratiche corporee" basate sul "modello ciclico": l'osservazione delle variazioni periodiche relative al ciclo mestruale attraverso l'autovisita ginecologica e la propriocezione (percezione delle sensazioni dell'ambiente corporeo interno) sviluppata dai gruppi femministi di self-help, dedicati alla salute e all'identità femminile, negli anni '70; e l'approccio psicoterapeutico a mediazione corporea denominato Analisi Bioenergetica, fondato da Alexander Lowen (1910-2008), allievo di Wilhelm Reich (1897-1957), precursore della psicosomatica.

In conclusione e sotto il segno di Venere, la dea delle proporzioni e delle connessioni armoniose, a tutti/e è stato rivolto l'augurio di perseguire l'armonia e il piacere di vivere. La conferenza è stata dedicata al prof. Alberto Mario Cirese, eminente studioso dell'Antropologia culturale e Maestro per tante generazioni di studenti e studentesse universitari/e a Cagliari e a Roma.LG

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