ETICA DEI DIRITTI ED ETICA DELLA RESPONSABILITA' O DELLA CURA

Propongo di mettere in dialogo l'approccio bioenergetico con un testo che si è occupato della ridefinizione dell'etica occidentale, sulla base di studi psicologici, testo che è nato nell'ambito del "pensiero della differenza": si tratta di "Con voce di donna. Etica e formazione della personalità.", di Carol Gilligan (ed. originale, 1982). L'autrice è stata allieva e collaboratrice di Lawrence Kohlberg, al quale si deve l'estensione all'adolescenza degli studi di Piaget sulla formazione del giudizio morale nel bambino. Carol Gilligan è stata, inoltre, professore associato di psicologia evolutiva ad Harvard.

Tutto il libro è ricco di spunti di riflessione e di discussione, in questa sede, indicherò quelli più direttamente collegati con la questione del potere come dominio e con la discussione attuale intorno al rapporto tra "etica dei diritti" ed "etica della responsabilità". L'autrice ci mostra come, nell'ambito dei rapporti di dominanza e subordinazione, lo studio della posizione delle donne e del loro modo di rappresentarsi tali rapporti, può offrire una chiave per comprendere che la strutturazione della psiche "nasce dai rapporti caratterizzati dalla differenza tra uomo e donna, tra genitore e figlio, che creano l'ambiente (la famiglia) in cui si è formata la mente umana quale la conosciamo. Poichè i rapporti caratterizzati dalla differenza contengono, di solito, anche un fattore di diseguaglianza, essi assumono una dimensione morale, in quanto pongono il problema dell'uso del potere."(ed. it., Feltrinelli, 1991, pp.169-170)

La diseguaglianza può essere temporanea o permanente. La disuguaglianza temporanea è caratteristica del contesto dello sviluppo umano. La diseguaglianza permanente, tra adulti, invece, spesso, è indicativa di una condizione di oppressione. "Nei rapporti di diseguaglianza temporanea, come quello tra genitore e figlio, o tra insegnante e allievo, idealmente il potere viene usato per favorire lo sviluppo che eliminerà l'iniziale disparità. Nei rapporti di diseguaglianza permanente, il potere serve a rafforzare la dominanza e la subordinazione, e l'oppressione viene razionalizzata per mezzo di teorie che 'spiegano' la necessità della sua continuazione."(op. cit., p.170)

Poichè le donne vivono una particolare combinazione di rapporti di diseguaglianza temporanea e permanente, sia in posizione attiva che passiva, "la psicologia femminile riflette entrambi i lati dei rapporti di interdipendenza e tutta la gamma di possibilità morali a cui tali rapporti danno luogo."(op. cit., p.170) Da ciò deriva la possibilità per le donne di "contemplare le possibilità sia di cura sia di oppressione insite nei rapporti umani."(op.cit., p.170)

Concludo il riferimento al libro della Gilligan, citando un interessante passo che focalizza il passaggio dell'adolescenza rispetto al tema etico e della differenza di sviluppo tra i due sessi nella nostra cultura:"...il dilemma che si pone nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta è il medesimo per entrambi i sessi, è un conflitto tra integrità personale e cura responsabile. Ma, poichè, maschi e femmine vi giungono da punti diversi, esso genera la presa di coscienza di verità opposte. Tali diversi punti di vista si riflettono in due diverse ideologie morali, giacchè la separazione viene giustificata da un'ETICA DEI DIRITTI, mentre l'attaccamento poggia su un'ETICA DELLA CURA RESPONSABILE. L'etica dei diritti si fonda sul concetto di eguaglianza e sull'equità del giudizio, mentre l'etica della reponsabilità poggia sul concetto di giustizia distributiva, sul riconoscimento della diversità dei bisogni. Dove l'etica dei diritti dà espressione al riconoscimento dell'uguale rispetto dovuto ad ognuno, e mira a trovare un equilibrio tra le pretese dell'altro e le proprie, l'etica della responsabilità poggia su una comprensione che fa nascere la compassione e la cura. Il contrappunto di identità e intimità, che segna il periodo tra l'infanzia e l'età adulta, si articola in due diverse moralità, la cui natura complementare costituirà la scoperta della maturità."(op. cit., p.166)

E' dall'invito ad un pensiero volto alla "complementarietà" che si può tessere, a mio avviso, la connessione con il nostro approccio fondato sull'impegno volto a riparare la lacerazione logocentrica occidentale tra pensare e sentire: tra il pensare che fonda il senso d'identità e il sentire che sostanzia il vissuto dell'intimità. La scissione tra pensare e sentire priva del senso di integrità e distrugge il piacere di vivere, dice Lowen ne "Il tradimento del corpo" (Ed.ni Mediterranee, 1990, pp.272-274), e vi chiarisce quale deve essere il ruolo dell'Io: l'Io è il mediatore tra la realtà interna e la realtà esterna; l'Io deve verificare queste realtà e connetterle tra loro, non deve dominare la realtà. Nella stessa pagina, Lowen ammonisce che finchè l'Io si comporta in modo dominante, non si possono avere quelle esperienze oceaniche e trascendenti che rendono la vita significativa!

Mi sento, dunque, di ribadire anche in questa sede la convinzione che la forza dell'approccio bioenergetico sia dovuta in buona parte al suo impianto concettuale e pratico di grande impatto assiologico (relativo alla definizione dei valori) ed etico, espresso attraverso termini semplici ed esperienze dirette, individuali e collettive, che addestrano al linguaggio integrante e relazionale delle polarità fatto di vibrazione, pulsazione,ritmo, ciclo. Mi sto dedicando all'approfondimento e al "dispiegamento" di tale impianto anche e proprio perché esso risulta, a mio avviso, in sintonia con gli attuali sviluppi della riflessione sui valori e sull'etica. Concludo auspicando per l'Analisi Bioenergetica il ruolo di portatrice di un modello di vitalità condivisa in un mondo condiviso.

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