LA RESA DELL'IO AL SE' CORPOREO: PASSIONE E FEDE IN BIOENERGETICA.

"Noi siamo creature della terra, animate dallo spirito dell'universo. La nostra umanità dipende da questa connessione con la terra. (...) Più ci allontaniamo dal suolo, tanto più si ingigantisce l'immagine di noi stessi (del nostro Io)." (p. 234).

Ciò produce un "mondo" illusorio. "In questo mondo illusorio non ci sono sentimenti di tristezza o di gioia, di dolore o di gloria. Non ci sono sentimenti reali solo sentimentalismi." (p. 234)

"Scendere sulla terra è stato per me un processo lungo e difficile, ma quando ho sentito i piedi connessi al suolo è stato un sentimento di gioia." (p. 235) Essere più in contatto con il corpo significa essere in contatto con i sentimenti e permette di sviluppare la padronanza nella loro espressione, questa è la base della "pace interiore" (p.235).

La corporeità bioenergetica connessa con la terra, la natura e il cosmo permette di abbandonare i falsi valori dell'Io occidentale - il potere sulla natura e sugli altri esseri umani, il possesso di beni materiali, il successo e la fama -, falsi valori centrati su una forma di conoscenza che mira al dominio, e di recuperare i veri valori dell'Io: la dignità, l'onore, il rispetto, il senso della comunità, tutto questo è frutto del riconoscimento del fatto che l'Io è al servizio del Sé, dunque, dell'esperienza della resa dell'Io (p. 237). Ma l'Io da sacrificare deve essere in buona salute, altrimenti siamo ancora nel mondo delle illusioni dell'Io occidentale! In questo consiste l'aspetto paradossale del processo bioenergetico: curare l'Io occidentale rigido, scisso, frammentato, gonfiato, sbrindellato, vaporizzato...per dedicarlo appassionatamente al senso di appartenenza al Tutto attraverso l'esperienza del Sé. Ma solo uno sguardo occidentale resta bloccato davanti al paradosso in questione, poiché il paradosso è il segnale del dialogo tra gli opposti, abilità che l'Occidente sembra aver cominciato a perdere 2500 anni fa proprio alla sua nascita. La Bioenergetica appare così dedicata a ripristinare questa abilità sapienziale attraverso la riconcettualizzazione dell'esperienza in Occidente.

In quest'ottica, è importante sottolineare la posizione bioenergetica rispetto al dualismo tra "mondo interno" e "mondo esterno" in psicologia e in psicoterapia: il "mondo interno", in Bioenergetica, non è un universo claustrofobico "costruito" attraverso le rappresentazioni cognitive o i fantasmi psicanalitici, ma è spalancato sul cosmo. L'Io risulta così essere una funzione di soglia tra due universi: l'universo delle nostre percezioni "interiori" e l'universo delle nostre percezioni "esterne". Ma questa divisione è tutta occidentale, antropologicamente parlando, lo dobbiamo tenere ben presente. Anche la definizione di "Io" su cui si basano le elaborazioni loweniane è un concetto occidentale, sconosciuto nel resto delle culture. La pratica bioenergetica è un atto di riconcettualizzazione dell'esperienza occidentale.

Partendo dal disagio individuale, Lowen afferma che "...l'uomo moderno è profondamente insicuro a un livello corporeo a causa della perdita di connessione con il sé, con la terra e con l'universo", e indica l'obiettivo terapeutico nel recupero-conquista di "un senso di armonia e connessione con le forze della natura e dell'universo" e aggiunge: "Quando tali sentimenti (il senso di armonia e di connessione con le forze della natura e dell'universo) sono forti, costituiscono una passione che eccita lo spirito e lo mantiene a un elevato livello di carica." (p. 237). "Un sentimento di passione può svilupparsi nell'individuo quando rinuncia ai controlli dell'Io, liberando il corpo dalla sua schiavitù alla volontà (di dominio dell'Io) e ai valori (deviati) dell'Io." (p. 237).

La schiavitù del corpo è il contraltare della volontà di dominio dell'Io deviato dal suo ruolo ontologico, essere al servizio del Sè. Dunque, la trasformazione dell'assetto occidentale basato su "una forma di conoscenza del tipo dominio-schiavitù" in un assetto sapienziale centrato sul "dialogo tra gli opposti-complementari", deve partire da un'impegno personale, un impegno appassionante e appassionato.

La passione bioenergetica corrisponde - come abbiamo appena visto -, ad "un elevato livello di carica", e per mantenere un alto livello di carica, senza disperdersi subito in una scarica riduttiva e parziale, occorrre un Io sano, solido e flessibile insieme, radicato nella posturalità, nel movimento, nei due orizzonti della percezione, quello interno e quello esterno, e nell'espressività. Il "processo di civilizzazione", secondo Lowen, ha ridotto la nostra capacità di essere appassionati/e, di essere pienamente vivi/e (p. 240). A suo avviso, il processo di civilizzazione è andato di pari passo con la concezione della divinità:" L'idea di un Dio maschile onnipotente, Dio padre, si è sviluppata in tempi relativamente recenti e si è limitata alle religioni della civiltà occidentale. Nella religione più antica, l'animismo, erano venerati tutti gli spiriti della natura. Il politeismo rappresentava il culto di dèi e dee, maschili e femminili, ciascuno associato a specifici aspetti dell'esistenza umana. La supremazia di un singolo dio maschile era associata all'ascesa al potere di un sovrano maschile, il re onnipotente, considerato un discendente o un rappresentante del dio. Il dio o gli dèi non risiedevano più sulla terra. Prima si spostarono sull'Olimpo, la sede degli dèi della Grecia, e poi il Dio supremo venne trasferito in qualche luogo remoto del cielo, inaccessibile all'uomo mortale. Questo processo di separazione del divino dal secolare ha rappresentato una progressiva demitizzazione della natura e del corpo. La terra era vista come una massa di materia che, quando viene attivata dall'energia del sole, può produrre piante. L'uomo ha poi imparato a controllare questo fenomeno naturale attraverso l'agricoltura, che gli ha fornito una sicura fonte di cibo. E, infine, con l'introduzione delle macchine e dei fertilizzanti chimici, il suo potere di produzione è sembrato illimitato. Tutti conosciamo questa storia. Ma oggi sappiamo bene che in questo processo c'è un pericolo. Stiamo imparando che interferiamo con l'equilibrio ecologico della natura, a nostro rischio. Ma abbiamo fatto la stessa cosa con il nostro corpo, riducendolo a processi biochimici e, quindi, privandolo della sua natura divina." (p. 240-241).

Lo spirito danzante (p. 245), la resa al divino dentro e fuori di noi: "La differenza tra l'essere mossi dall'Io, da un centro cosciente, ed essere mossi da una forza che scaturisce da un centro situato nelle profondità del corpo distingue ciò che è straordinario dall'ordinario, il sacro dal secolare, la gioia dal piacere. (...) La Bioenergetica ci aiuta a sviluppare un percorso che connette il piacere di essere pienamente vivi/e alla gioia di essere parte della comunità e del Cosmo, unendo in tal modo inestricabilmente l'essere e l'appartenere. Lowen afferma anche che: "Tutte le esperienze straordinarie hanno la qualità di farci 'muovere', o 'commuovere'. (p.245), e ci incita a riconoscere che lo spirito vitale che anima l'organismo è divino; con quest'affermazione vuole esplicitamente andare oltre le posizioni occidentali classiche rappresentate dalla visione scientifica meccanicista, che riduce il corpo ad uno strumento della mente - scissione mente/corpo -, e dalla visione religiosa che rifiuta il corpo sensuale - scissione anima/corpo (p. 250). "La resa a Dio è la resa al processo vitale del corpo, al sentimento, alla sessualità. Il flusso di eccitazione nel corpo crea sentimenti sessuali quando scorre verso il basso e sentimenti spirituali quando scorre verso l'alto. L'azione ha un carattere di pulsazione e non può essere più forte in una direzione che nell'altra." (p.256). In questa visione che collega il piacere di essere pienamente vivi/e alla gioia, c'è un ulteriore stadio di esperienza, connesso ai primi due, ed è l'estasi, la quale, secondo Lowen, che a sua volta, si muove sulle orme di Reich, ha a che fare con "un movimento a spirale", come quello delle galassie (p. 258). "L'idea che il processo vitale derivi e rifletta processi cosmici mi pare significativa. Ogni altra concezione negherebbe la nostra identità con l'universo. la vita sulla terra è un evento cosmico non diverso dalla nascita e dalla morte delle stelle...Se godiamo con Dio nella rotazione delle sfere celesti, possiamo godere con lui anche nella rotazione dei nostri corpi nella passione sessuale. Ciò accade soltanto, però, quando l'eccitazione sessuale è un evento corporeo totale e non limitato all'apparato genitale. Quando ci arrendiamo a tale passione, ci arrendiamo al dio interiore ed esterno. Se il sesso è piacevole per molte persone, la reale gioia del sesso è disponibile solo a coloro che possono rinunciare al proprio Io." (p. 259), così Lowen scrive nell'ultima pagina.

Citazioni da A.Lowen, "Arrendersi al corpo", Astrolabio, Roma, 1994, pp. 229-259.


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