GROUNDING, INTEGRAZIONE E INTEGRITA'

Attraverso il "grounding" si operano due fondamentali forme di integrazione psicocorporea:
quella tra il canale viscerale e il canale neuromotorio-vertebrale; e quella tra la testa, il torace e il bacino.

Vediamo come, ripartendo dalla definizione di "grounding" in piedi: "Assumete la posizione eretta di base: piedi paralleli (distanziati), ginocchia leggermente flesse, bacino sciolto e leggermente retratto. Portate in avanti la metà superiore del corpo fino a sentire il peso sugli avampiedi. (...) Sollevate la testa in modo da guardare dritto in avanti. (...) Poi, sempre con la testa alta, lasciate cadere il torace e dilatate il ventre in modo che la respirazione sia piena e profonda. Fatevi sostenere dal suolo. Da principio potreste trovare scomoda e dolorosa questa postura per la tensione dovuta allo stiramento dei muscoli. sopportate il dolore che passerà non appena i muscoli si rilasseranno. Non dovete aver paura del dolore della crescita, specie se il vostro scopo è di lasciar fluire la vita nel corpo." (A.Lowen, "La spiritualità del corpo", Astrolabio, 1991, p.94)
Stare in piedi in questo modo significa porsi in armonia con il campo gravitazionale terrestre, che fluisce in senso verticale, sostenendo, sospingendola, qualsiasi struttura in grado di adeguare la propria forma alla sua direzione e alla sua spinta, come i grandi alberi e le grandi opere architettoniche. In quanto esseri viventi, possiamo dire che siamo alla ricerca della "verticalità pulsante": essa è data dal "matrimonio" tra la struttura scheletrico-muscolare e l'onda respiratoria che la percorre liberamente, tendendola e raccorciandola continuamente, in un ritmo che è puro piacere di esistere.
La postura in piedi non risulta essere, in tal modo, una condizione statica ma un profondo processo organico attraverso cui ci radichiamo nell'armonia universale, a cui è benefico arrendersi.
L'onda respiratoria toracico-addominale, quando è libera, imprime un movimento alla spina dorsale di inarcamento all'indietro nell'ispirazione e di inarcamento in avanti nell'espirazione. Infatti, nell'inspirazione, il diaframma toracico spinge i visceri, per far posto all'espansione dei polmoni verso il basso, e i visceri, cercando spazio, vengono in avanti facendo ruotare il bacino all'indietro. D'altra parte, l'allargamento della gabbia toracica, prodotta dal tiraggio dei muscoli intercostali, necessaria per l'espansione dei polmoni verso l'esterno, fa aprire le spalle, avvicinare le scapole e porta la testa leggermente indietro.
Nell'espirazione, invece, il diaframma, ritirandosi dentro la gabbia toracica, porta con sè i visceri che, a loro volta, trascinano il bacino in avanti; mentre la gabbia toracica, richiudendosi, trascina in avanti spalle e testa.
In questa maniera, l'organismo esprime, nella sua interezza, il movimento pulsatorio caratteristico del vivente, di cui la pulsazione cellulare è il modello da cui è partito W.Reich, maestro di Lowen. Tale movimento, passando dal livello cellulare a quello organismico, ovviamente diviene più complesso, ma appare sempre riconoscibile.
La pulsazione è l'oscillazione tra due fasi polari, ovvero, opposte-complementari: nel caso della respirazione e dell'attività cellulare, si tratta dell'oscillazione tra l'espansione e il raccoglimento. Preferisco usare la parola "raccoglimento" al posto di "chiusura" o "contrazione", perchè queste due parole hanno una connotazione negativa, che fa pensare che una fase - in questo caso, l'espansione - sia migliore dell'altra. Credo che la scelta di parole con una tale connotazione negativa sia stata causata dal fatto che nell'ambito logocentrico occidentale, caratterizzato dalla logica "o/o", è particolarmente arduo esercitarsi a pensare secondo una logica del "e/e", ovvero, senza creare subito una gerarchia di valore, quando ci si trovi di fronte alla struttura binaria-polare dell'esperienza: un polo deve essere migliore-superiore all'altro, non può essere che siano importanti entrambi allo stesso modo.
La respirazione completa toracico-addominale, con il coinvolgimento della spina dorsale, si presenta, dunque, come una "meditazione vivente" sul mistero della "dualità", di cui il simbolo ben conosciuto del Tao, con l'unione-complementarietà dello yin e dello yang è, forse, l'immagine più chiara e diffusa, l'icona.
A tale modello si è rifatto anche Lowen, per esempio, ne "Il linguaggio del corpo" (Feltrinelli, 1978, pp.70-73) per descrivere il rapporto tra il vissuto del rapporto tra la "corrente aggressiva" che percepiamo scorrere nella parte dorsale del corpo - spina dorsale, grandi muscoli motori e ghiandole surrenali - e la "corrente tenera" che percepiamo scorrere nella parte frontale del corpo, attraverso la sensibilità viscerale. Lowe ci tiene a sottolineare che la coloritura emotiva è data dalla presenza, nella schiena, di apparati indirizzati all'azione, e nella parte frontale del corpo, delle viscere, la cui percezione ci sintonizza sull'intimità emotiva con noi stessi/e e con gli/le altri/e. Non a caso esprimiamo la nostra voglia di intimità emotiva abbracciandoci, ovvero, mettendo in contatto la parte frontale dei nostri corpi!
La percezione dei due canali e del loro rapporto possiamo dire che fornisca la base del senso di "integrità", anche morale. In particolare, la percezione della spina dorsale viva e fonte di piacere, è indicata da Lowen come fondamentale per il senso di sè e della propria dignità.
L'altra forma di integrazione, strettamente connessa alla precedente, è quella che ci porta in contatto col mistero della "triadicità". Attraverso il grounding, i segmenti fondamentali del corpo: testa, torace e bacino si dispongono in una relazione reciproca di verticalità sulla base elastica delle gambe e dei piedi, con il peso leggermente sugli avampiedi, così da stare fermi senza essere immobili, aperti al movimento vibrante interno e disponibili a muoverci nello spazio esterno.
Quello che sperimentiamo è un flusso di eccitazione che ci anima secondo una ritmicità che coinvolge i tre segmenti, i quali corrispondono rispettivamente: il bacino, al vissuto della nostra parte istintuale e al piacere di esistere e di agire; il torace, al vissuto affettivo-relazionale e al piacere di amare e di essere amati; la testa, al vissuto del pensiero autocosciente e al piacere di conoscere e di comunicare.
Concludiamo con le parole di Lowen che, nel libro "La spiritualità del corpo", a p.60, scrive: "Il conflitto tra l'Io e il corpo (...) provoca una scissione fra il pensiero e il sentimento, la volontà e il desiderio, il controllo e l'abbandono, la metà superiore e la metà inferiore del corpo. Quando la metà superiore domina la personalità perdiamo la grazia naturale. (...) questo atteggiamento va rovesciato: dobbiamo muovere dal suolo, rispondendo alla nostra sensibilità. (...) il movimento aggraziato inizia nella parte inferiore del corpo e fluisce verso l'alto e verso l'esterno, seguendo l'onda di eccitazione." E a p.96 aggiunge una piccola chiarificazione preziosa: "Il contatto che abbiamo con il suolo determina il nostro senso di sicurezza interiore. Se è saldo ci sentiamo sicuri sulle gambe e abbiamo la certezza che il suolo è lì per noi. Non si tratta della forza delle gambe, ma della loro sensibilità." Livia Geloso, 13.03.2008

Commenti

GIANNI NERI ha detto…
benissimo ottimo complimenti

Post popolari in questo blog

IL VOLTO CANGIANTE DELLA SOLITUDINE

Disturbi alimentari e terapia bioenergetica

IL DIALOGO BIOENERGETICO TRA MENTE E PANCIA. L'ORACOLO CORPOREO E IL SISTEMA NERVOSO ENTERICO.