PAURA DI VIVERE:

come risanare la scissione mente/corpo

con gli esercizi bioenergetici,

primo appuntamento venerdì 7 ottobre ore 10-11.30.


Ho affrontato, ieri, a Catania, il tema della paura secondo la prospettiva bioenergetica. Di solito, si sente dire che il disagio umano è determinato dalla coscienza della morte, della finitezza e precarietà umana, ovvero, dalla paura che questa condizione produce. Alexander Lowen, il fondatore dell'Analisi bioenergetica, sostiene che questo può essere vero per altre culture, e aggiunge, in modo provocatorio e paradossale, che ciò che affligge davvero le persone, in Occidente, non è la paura di morire ma la paura di vivere! L'Io moderno, infatti, sarebbe troppo debole per permettere alle persone di vivere pienamente, troppo debole perché perennemente alle prese con il conflitto insanabile tra la mente e il corpo che caratterizza la modernità occidentale. "Di solito non si definisce la nevrosi come paura della vita, ma è proprio questo che è: il nevrotico ha paura di aprire il proprio cuore all'amore, paura di scoprirsi o di farsi valere, paura di essere pienamente se stesso...Per un individuo avere una vita più intensa o più sensazioni di quanto non sia abituato è fonte di paura, perché ciò rischia di schiacciare il suo Io, di oltrepassare i suoi limiti e di indebolire la sua identità." (1) Ma non è solo l'individuo ad essere nevrotico, è, prima di tutto, la società ad esserlo da quando l'Occidente è andato incontro ad un progressivo indebolirsi delle reti relazionali e del senso di appartenenza all'ambiente naturale nonché al frammentarsi delle cornici di senso condivise: quello in cui si crede, quello che si sogna. Gli esseri umani hanno sicuramente da sempre il compito di confrontarsi con l'incertezza, ogni cultura può essere considerata come un approccio e un'elaborazione relativamente a questo sentimento profondamente umano. E' stato per combattere l'incertezza che l'Occidente, a un certo punto della sua storia, intorno al '500, ha prodotto un sapere votato al dominio della natura fuori e dentro di sé: un'economia, un'organizzazione sociale, una scienza e una tecnologia, tutto questo fondato su una ragione disincarnata che ricercava e riconosceva solo "regolarità utili e quantificabili", che si esprimeva in un linguaggio logico-matematico e concettuale, che aveva per modello la macchina anche per gli essere umani, l'automa, il cyborg . Il corpo e le emozioni sono divenuti, perciò, un impaccio imbarazzante. Certo, la corporeità e l'emotività hanno a che fare con la paura, non si può negare che ad essa siano "permeabili". L'attività pensante, invece, può illudersi di essere inattaccabile, basta non "sentire", ovvero, essere meno vivi/e! Ci saranno le droghe e i farmaci per "controllare" l'emotività, per "sentire a comando". E' da qui che la scissione mente/corpo ha preso un posto centrale nell'esperienza delle persone, a mano a mano che venivano "acculturate". Lowen ha dedicato la sua vita a ridare voce al "corpo emozionale", questo è il dono che ci ha lasciato, a questo scopo è destinata la Bioenergetica con i suoi esercizi di percezione, integrazione ed espressione con l'obiettivo di favorire l'esperienza di una ritrovata pienezza vitale condivisa. E' con questo spirito che riprendo, anche quest'anno, l'attività settimanale della classe di esercizi bioenergetici a partire da venerdì 7 ottobre, la mattina dalle 10 alle 11.30. Altri orari possono essere concordati. Sono aperte le iscrizioni allo 06.70454446 o all'indirizzo e-mail: livia.geloso@gmail.com.


(1) Alexander Lowen, "Paura di vivere", Astrolabio, 1982, p. 7.


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